Non hai mai provato attrazione sessuale per nessuno? Ti chiedi se sia normale? Non preoccuparti, non c’è niente di male. All’interno dello spettro dell’orientamento sessuale esiste infatti anche l’asessualità. Cerchiamo di capire meglio insieme che cosa vuol dire e come rispettare una persona asessuale.
Asessualità: cosa vuol dire questo termine?
In generale, l’asessualità viene definita come la mancanza di attrazione sessuale verso qualcuno, indipendentemente dal genere o dal sesso della persona. Come ogni questione legata alla definizione della propria identità, è difficile dare una definizione precisa. Proprio perché ogni persona è diversa, è molto difficile generalizzare sulla percezione che si ha del proprio genere o della propria sessualità. Infatti, bisogna tener conto delle differenze soggettive che esistono, per cui ogni persona è libera d’identificarsi nel modo, nei limiti e nei gradi che preferisce.
Non si tratta di privazione del sesso ma, in generale, di pura e semplice mancanza d’interesse verso le attività erotiche di coppia. Quindi, possiamo distinguere l’asessualità dalla castità o dall’astinenza sessuale. Mentre quest’ultime due derivano da scelte personali o culturali, l’asessualità è una caratteristica innata e fa parte dello spettro dell’orientamento sessuale.
Che cos’è l’orientamento sessuale?
Con orientamento sessuale si intende l’aspetto della propria identità che indica la presenza o l’assenza di un gruppo di persone per cui si prova attrazione sessuale, desiderio sessuale e un comportamento sessuale. All’interno dello spettro dell’orientamento sessuale rientrano ad esempio le persone eterosessuali, gay, lesbiche, bisessuali, pansessuali e molte altre.
Si tratta di uno spettro molto ampio, che cerca di dare rappresentanza al maggior numero di persone possibili. Questo non perché si vogliano incasellare le persone e definirle in base a un solo aspetto del loro essere, ma per aiutarle a esprimersi, a capirsi, a ritrovarsi e ad accettarsi. La comunità AVEN (Asexual Visibility and Education Network) è la più grande comunità asessuale al mondo e parla di asessualità come di un termine ampio, che può essere utile per definirsi, ma senza porsi dei limiti.
Asessualità: una categoria chiusa?
Come ogni aspetto dell’identità personale, anche l’orientamento sessuale è uno spettro ampio e difficile da delimitare. Secondo alcune ricerche scientifiche, circa l’1% della popolazione mondiale è asessuale. Ma ogni persona che fa parte di quella percentuale esprime e vive il proprio orientamento sessuale in modo diverso. Lo spettro dell’asessualità è quindi ampio, pieno di sfumature diverse.
Asessualità e romanticismo
Benché una persona asessuale non senta necessariamente interesse verso l’attività sessuale, può invece provare attrazione romantica verso un’altra persona. In quel caso si può parlare di una persona asessuale romantica. Se invece non ha interesse per l’attività sessuale e neanche per le relazioni amorose, si parla allora di persona asessuale aromantica.
Asessualità, libido e desiderio
Se in generale essere asessuali è legato alla mancanza di desiderio di avere rapporti sessuali di qualunque tipo, questa definizione è in realtà molto riduttiva. Infatti, non sentire attrazione sessuale non implica non avere libido o non eccitarsi. Molte persone asessuali possono avere una vita intima attiva, basata sulla masturbazione. Magari, non lo fanno pensando a una persona, ma lo sentono più come fatto biologico. Altre persone invece non amano alcun tipo di contatto fisico, come gli abbracci o il tenersi per mano.
Ma esistono anche persone demisessuali: possono provare attrazione fisica e sessuale per una persona solamente dopo aver stabilito un legame emotivo profondo. In quel caso, possono avere rapporti sessuali. Invece, le persone gray asessuali provano attrazione sessuale sono in alcuni periodi della loro vita, oppure solamente con alcuni o alcune partner.
Com’è evoluta la percezione dell’asessualità nella storia?
Il termine è stato usato per la prima volta dal biologo Alfred Kinsey nel 1948 nella sua Scala Kinsey che valutava l’orientamento sessuale delle persone. Kinsey fa riferimento a una categoria “X” per parlare di persone che non hanno un comportamento sessuale.
Molti ricercatori in passato hanno cercato di studiare l’asessualità come disturbo mentale o patologia della sfera sessuale (come l’iposessualità). Pensavano che la mancanza di attrazione sessuale fosse legata a problemi mentali o interpersonali, come la timidezza, la depressione, l’ansia sociale. Oppure, come l’iposessualità, la mancanza di desiderio sessuale che genera stress e disagio. Ma una persona asessuale non lo è perché ha subito traumi, non ha bisogno di essere curata perché non ci sono cause esterne. È un modo d’essere, non una malattia.
Ignorata poi per numerosi anni, sia in ambito accademico che nella ricerca scientifica, l’asessualità torna sotto i riflettori con Anthony Bogaert, il primo a parlare di asessualità all’interno dello spettro dell’orientamento sessuale e collegandola anche alle relazioni amorose.
La comunità LGBTQIA+ oggi
Nel mondo arcobaleno LGBTQIA+, proprio la lettera A dell’acronimo indica la comunità asessuale. Esistono tanti blog, siti e associazioni dedicate all’asessualità, che cercano di parlare di questo orientamento sessuale, a lungo tralasciato. La rappresentazione invece è fondamentale per permettere a chi si fa domande sulla propria identità di trovare delle risposte. Quello che è importante è mostrare comprensione e rispetto. Ogni individualità ha il diritto di esistere.
Se incontri una persona asessuale è importante creare un dialogo, soprattutto se non conosci questo orientamento sessuale e non sai come comportarti. Per evitare di ferire la persona che hai davanti o di risultare ignorante, fai domande per capire meglio. Chiedi magari come la persona vive l’asessualità, se ci sono cose che possono darle fastidio, in modo da comprendere la diversità e coglierne la bellezza. La comprensione e la conoscenza sono sinonimi di ricchezza.
Speriamo di averti chiarito un po’ le idee riguardo l’asessualità. Ricordati sempre, l’importante è il rispetto e nel dubbio, è meglio chiedere e informarsi!